A Diyarbakır, a un bambino di tre mesi il cui nome è Welat non è stato consentito di avvalersi del servizio di assistenza sanitaria, egli non può ricevere un documento d’identificazione dall’ospedale, che ne consenta la registrazione fra i pazienti, poiché l’iniziale del suo nome è la lettera W, presente soltanto nell’alfabeto kurdo.
Muhsin e Laima Başer, i genitori, residenti a Diyarbakir, hanno scelto quel nome per il loro bambino. Tuttavia il Dipartimento per le Registrazioni di Diyarbakir ne ha rifiutato la registrazione in quanto esso contiene la lettera W, inesistente nell’alfabeto turco. Il signore e la signora Başer hanno conseguentemente presentato una richiesta legale, presso l’Associazione per i Diritti Umani IHD, e l’IHD a sua volta ha presentato una petizione al Ministero degli Affari Interni, per far porre fine al divieto riguardante l’uso di nomi kurdi. La petizione risale al 21 agosto 2008, ma il Ministero non ha ancora dato risposta. Pertanto il signor Muhsin Başer ha anche presentato un ricorso, ancora pendente, al Tribunale Civile di Diyarbakir.
Quando aveva tre mesi, rammenta il padre, il bambino è stato portato in ospedale, ma lì non ha ricevuto cure perché mancava di un documento che ne registrasse l’identità. Il padre si è rivolto anche al Dipartimento per la Sicurezza Sociale di Diyarbakir, chiedendo una tessera sanitaria provvisoria, ma ha ricevuto una risposta negativa. Egli protesta per l’illegalità della situazione, e sottolinea che in sostanza le autorità governative si dimostrano contraddittorie e ipocrite. Infatti la lingua kurda può essere liberamente utilizzabile dal Premier Erdoğan, mentre continua a essere in sostanza vietata ai kurdi: infatti, a causa di una lettera dell’alfabeto kurdo si impedisce addirittura di prestare le cure ospedaliere a un bambino, proprio nel periodo in cui le autorità si adoperano per il lancio del canale televisivo TRT6 in kurdo.
Muhsin e Laima Başer, i genitori, residenti a Diyarbakir, hanno scelto quel nome per il loro bambino. Tuttavia il Dipartimento per le Registrazioni di Diyarbakir ne ha rifiutato la registrazione in quanto esso contiene la lettera W, inesistente nell’alfabeto turco. Il signore e la signora Başer hanno conseguentemente presentato una richiesta legale, presso l’Associazione per i Diritti Umani IHD, e l’IHD a sua volta ha presentato una petizione al Ministero degli Affari Interni, per far porre fine al divieto riguardante l’uso di nomi kurdi. La petizione risale al 21 agosto 2008, ma il Ministero non ha ancora dato risposta. Pertanto il signor Muhsin Başer ha anche presentato un ricorso, ancora pendente, al Tribunale Civile di Diyarbakir.
Quando aveva tre mesi, rammenta il padre, il bambino è stato portato in ospedale, ma lì non ha ricevuto cure perché mancava di un documento che ne registrasse l’identità. Il padre si è rivolto anche al Dipartimento per la Sicurezza Sociale di Diyarbakir, chiedendo una tessera sanitaria provvisoria, ma ha ricevuto una risposta negativa. Egli protesta per l’illegalità della situazione, e sottolinea che in sostanza le autorità governative si dimostrano contraddittorie e ipocrite. Infatti la lingua kurda può essere liberamente utilizzabile dal Premier Erdoğan, mentre continua a essere in sostanza vietata ai kurdi: infatti, a causa di una lettera dell’alfabeto kurdo si impedisce addirittura di prestare le cure ospedaliere a un bambino, proprio nel periodo in cui le autorità si adoperano per il lancio del canale televisivo TRT6 in kurdo.
Nessun commento:
Posta un commento