domenica 30 novembre 2008

Crisi Economica: tre lezioni

Associazione Melagrana & Movimentazione
Con il Patrocinio PROVINCIA DI CASERTA
Organizza


Tre lezioni sulla crisi mondiale dell’economia:
crisi di sistema o sistema in crisi?
1^ lezione
Il funzionamento del capitalismo nell’età della
totalizzazione come squilibrio continuo

Martedì 02 dicembre 2008 – ore 17:00

2^ lezione
L’attuale crisi finanziaria come conseguenza della potenza
produttiva accumulata con la globalizzazione del lavoro
e la rivoluzione informatica e robotica

Martedì 09 dicembre 2008 – ore 17:00

3^ lezione
L’evoluzione ulteriore del capitalismo come ritorno delle
nazionalità e l’inasprirsi della concorrenza internazionale

Martedì 16 dicembre 2008 – ore 17:00


Le lezioni saranno tenute dal Prof. Rino Malinconico
Presso la Sede Sociale e Formativa di Associazione Melagrana
in Via Migliori n° 165, S. Maria a Vico (Ce)


Info: www.melagrana.eu
formazione@melagrana.eu

domenica 16 novembre 2008

Turchia: minori e diritti umani

Mercoledì 12 novembre - Smirne, Turchia
Nel cammino verso l´Europa, la Turchia fa passi indietro sul piano dei diritti umani.
Berlusconi tace (e quindi acconsente).


Il nostro Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha incontrato il capo del Governo turco Recep Tayyp Erdogan. Chissà cosa si sono detti? Ovviamente si è parlato dei collegamenti energetici verso il Mediterraneo e dei numerosi progetti di cooperazione industriale. È stato ribadito lo sforzo comune nella lotta al terrorismo. E ancora la prospettiva della Turchia verso l´Unione Europea, perché, come si sa, quello turco è un grande mercato, che conta più di settantacinquemilioni di persone e ciò alletta molto gli uomini di affari di entrambi gli Stati.Di certo, la questione delle libertà nel paese ponte tra Asia ed Europa è stata considerata roba da poco conto e quindi non degna di meritare uno spazio in questo vertice. Infatti, la Turchia, nonostante si stia preparando ad adeguare i propri parametri economici per il futuro ingresso nell´UE, allo stesso tempo, tarda nel rivedere le politiche interne in tema di rispetto delle minoranze e dei diritti umani. Uno dei più vergognosi aspetti, che questa lacuna assume, riguarda la tutela dei diritti dei minori, che, incrociandosi con la questione carceraria e giudiziaria, produce seguiti devastanti, specialmente nelle regioni "calde" del Paese.Infatti, negli ultimi tre mesi, dopo gli aspri scontri tra parte della popolazione e forze dell´ordine, che hanno interessato le città e le province del Kurdistan turco di DIyarbakir, Hakkari, Van e Sirnak, circa trenta adolescenti di età compresa tra i 12 e i 17 anni sono stati arrestati e condotti in prigione. Rei di essersi trovati in mezzo alle violenze, a volte anche prendendone parte con lancio di sassi e bastoni, sul loro capo pendono delle pene che vanno dai tre ai venticinque anni di detenzione.Uno di questi è il quattordicenne Mustafa Y., detenuto nella sezione E per i reati politici della prigione di Diyarbakir, che, dopo aver subito pesanti trattamenti, ha riportato disturbi di insonnia acuta e incapacità nel controllare il movimento degli occhi e delle mani. Peccato che le sue denuncie siano state giudicate da N.K., psicologo della prigione, come "bugie" e le patologie contratte come marginali. Un altro caso rilevante è quello legato al destino degli altri quattro adolescenti, Hakan Hebun A. (16 anni), Mazlum E. (17 anni ), Ali N. ( 16 anni ) e Mehmet Zahir Y. ( 16 anni ). Il 14 luglio 2008 i quattro ragazzi assistono ad un meeting in un parco pubblico di Diyarbakir, indetto dal partito socialista curdo Dtp, per contestare le torture che il leader del Pkk Abdullah Ocalan avrebbe subito in carcere. Nonostante la presenza di personaggi politici di rilievo, tra i tanti il vicepresidente del partito Dtp Emine Ayna, la natura pacifica della protesta e il fatto che la manifestazione fosse autorizzata dalle autorità, ad un tratto la polizia inizia a caricare la folla, provando a disperderla. I partecipanti non arretrano e innescano una sassaiola con la polizia, difendendo il proprio diritto di assemblea e al dissenso. Alcuni di loro, tra i quali i quattro ragazzi, vengono arrestati. Il 13 Novembre l´Alta Corte di Diyarbakir ha chiesto ben trentasette anni di reclusione per gli adolescenti accusandoli di protesta non autorizzata (anche se questa, come detto prima, aveva ricevuto l´autorizzazione da parte delle autorità), danneggiamento della proprietà privata, adesione alla formazione clandestina Pkk e alla sua struttura di propaganda. Tutte le prove su cui si basa il pesante impianto accusatorio sono esclusivamente alcune foto, nelle quali gli imputati vengono ritratti mentre lanciavano pietre nei confronti della polizia.Questi sono i fatti. Le conclusioni le lascio a voi. Ma non facciamo finta di non sapere.

Peppe, Diyarbakir 15 novembre 2008

Peppe è di Catania. In questo periodo si trova a Diyarbakir, dove sta svolgendo il servizio volontario europeo, e rimarrà fino a febbraio. Rilanciamo la sua importante notizia su alcuni processi che riguardano minori.

venerdì 14 novembre 2008

Il Governo italiano sempre ambiguo verso la questione kurda

Comunicato stampa

In fuga dall’inferno iracheno in una
futura “galera” dell’accogliente Europa

Ci giunge notizia e leggiamo, a conferma, sulla stampa di oggi, del blocco sull’A21 di un veicolo dov’erano stipati 34 kurdi in fuga dall’inferno iracheno, portati in Questura per essere interrogati, identificati e successivamente espulsi.
Verso dove non si sa!
Tra loro, vi erano anche due minorenni che, presumibilmente, si trovano in qualche centro di accoglienza. Anche qui nulla è dato sapere con certezza!
Da “La Stampa”, apprendiamo che è intervenuta la Protezione civile e la Croce Rossa che li ha rifocillati.
Detto questo, si impongono alcune valutazioni politiche in merito alla vicenda, che sono d’obbligo:
1) non è stata interessata, ne’ coinvolta la nostra associazione onlus “Verso il Kurdistan”, una realtà esistente da anni in Provincia, che si è sempre occupata di queste vicende legate a protezione umanitaria e assistenza ai profughi e ai rifugiati, perché di questo si tratta: i kurdi che, come in questo caso, scappano dalla guerra, dagli attentati e dalla miseria in un paese che galleggia letteralmente sul petrolio, non sono clandestini, ma persone, esseri umani che, in base alle leggi e a tutte le convenzioni internazionali, hanno diritto all’asilo politico nel Paese dell’area Schengen di primo “approdo” (ovviamente, in senso figurato);

2) la seconda questione si riallaccia alla prima e riguarda appunto la mancata richiesta di asilo politico a cui i kurdi avevano diritto e che noi avremmo sicuramente suggerito loro di fare.

Cosi’ insieme al danno anche la beffa: in base alle nuove disposizioni del decreto legge del Governo, entrate in vigore il 5 novembre del corrente anno, avendo i kurdi ricevuto un decreto di espulsione e qualora volessero presentare domanda di asilo politico, verrebbero sicuramente internati per un periodo di tempo variabile ed indeterminato in un CPT, privandoli cosi’ di diritti fondamentali: in fuga dalla guerra di Kirkuk e Mosul, nel Kurdistan iracheno, fino ad una specie di galera dell’ “accogliente” Europa!
Alla faccia della protezione umanitaria e di quant’altro…

Alessandria, li’ 13.11.2008 p. l’associazione onlus Verso il Kurdistan
Antonio Olivieri

lunedì 10 novembre 2008

Ciao "Mama Africa"



Addio a Miriam Makeba

La voce della libertà dalla apartheid, dei diritti negati, delle voci afone del Sud del mondo si è spenta ieri sera (9.11.08) alla fine di un concerto tenutosi a Castel Volturno.
Un concerto meraviglioso, al quale Miriam Makeba non ha voluto mancare: un concerto antirazzista e contro la camorra; un concerto di vicinanza a Roberto Saviano; un concerto tra la sua gente, in quella Castel Volturno dove ancora echeggiano gli spari dei sicari della camorra diretti contro lavoratori africani innocenti.
"Mama Africa" se ne è andata così come è sempre vissuta: ha dato la sua voce, divenuta bandiera contro i soprusi e le arroganze razziste del Sud Africa, alla battaglia di libertà dei neri d'Africa, così come nel resto del mondo. Ha cantato per la libertà di Nelson Mandela. Era ambasciatrice ONU per i diritti umani e del suo paese, il Sud Africa.
Ciao "Mama Africa"! sarai sempre viva ed in mezzo a noi. La tua voce sulle note di Pata Pata o di Soweto Blus risuoneranno nella mia e nella mente di milioni e milioni di persone nel mondo.
Poco prima del suo concerto, una voce coraggiosa, quella di don Tonino Palmese (coordinatore campano di Libera) parlava della libertà e ricordava le vittime della violenza camorristica dicendo che "quelli che li hanno uccisi vivono, ma puzzano di morte; le vittime sono morti, ma profumano di vita. Sono morti anche perchè noi tutti non siamo stati troppo vivi. Dobbiamo, allora, essere più vivi, affinchè tutte le vittime possano continuare ad essere ancora e per sempre vive in mezzo a noi".
Ora che la voce viva di Miriam Makeba non ci sarà più, dovremo cantare ancora con più forza le sue canzoni di libertà, affinchè essa possa essere ancora in mezzo a noi e a lottare ancora per un mondo migliore.
Roberto Malinconico

domenica 9 novembre 2008

Lettori fissi