venerdì 31 ottobre 2008
Tanti, da tutt'Italia, più di un milione per le strade di Roma
Un fiume in piena per dire NO! allo smantellamento della scuola pubblica.
NO! al decreto della Gelmini
lunedì 27 ottobre 2008
Un rap per la scuola pubblica
La scuola pubblica non è in vendita
Basta con il progetto di smantellare il sistema Italia dell'istruzione e della scuola pubblica. Questo decreto accellera il processo di regionalizzazione e privatizzazione della scuola pubblica.
BASTA
Creiamo spazi di discussione critica ovunque, parliamo con tutti e con tutte nei luoghi di lavoro e nei luoghi della socialità formale ed informale, parliamo in famiglia. Spieghiamo le ragioni della protesta e creiamo un fronte ampio di opposizione sociale che argini ed impedisca la svolta autoritaria ed antidemocratica che sta avvenendo oggi in Italia.
lunedì 20 ottobre 2008
LEYLA ZANA IN ITALIA
Programma degli incontri che Leyla Zana terrà in Italia
ROMA
LUNEDI’ 20 OTTOBRE 2008 – 18.30/ 21
IL DIRITTO DI STARE AL MONDO
INCONTRO con LEYLA ZANA
Casa internazionale delle donne , via della Lungara 19 (Roma) – sala Conferenze P1
Introduce e coordina NADIA CERVONI
Proiezione immagini tratte dal film-documentario
DIRITTI E ROVESCI di SILVANA MARINIELLO Turchia-Kurdistan 2007
Performance teatro-danza DONNE IN CAMMINO con
MARIA S. DE SANCTIS, LOREDANA BATTISTIN, CATERINA MERLINO
Organizzano DONNE IN NERO - AFFI/CASA INT.DELLE DONNE-RETE SOLIDARIETA' CON POPOLO KURDO
ROMA
MERCOLEDI 22 OTTOBRE 2008, ore 17.30 20.00 aula 8
UNIVERSITA LA SAPIENZA- FACOLTA DI STUDI ORIENTALIVIA
PRINCIPE AMEDEO 182/B
Conferenza
DIRITTI UMANI E KURDISTAN DAL PARLAMENTO AL CARCERE
Introduce
CARLO MARIA MIELE (OSSERVATORIO IRAQ)
Intervine :
LEYLA ZANA
Candidata al Premio Nobel Per la Pace
Organizzato da
DIRITTI UMANI E KURDISTAN DAL PARLAMENTO AL CARCERE
Introduce
CARLO MARIA MIELE (OSSERVATORIO IRAQ)
Intervine :
LEYLA ZANA
Candidata al Premio Nobel Per la Pace
Organizzato da
"UN PONTE PER. . . ""RETE SOLIDARIETKDEL POPOLO KURDO, SAPIENZA
Università di Roma
AOSTA
LUNEDI 27 ottobre 2008, ore 9.30
AOSTA
LUNEDI 27 ottobre 2008, ore 9.30
Auditorium Istituzione scolastica per l’Istruzione Tecnica Commerciale
e per GeometriVia Chambéry 105
In anteprima al Premio Internazionale "La Donna dell'Anno"
il Consiglio regionale della Valle d’Aosta organizza il convegno
“In difesa dei diritti”
ore 9.30 Introduzione - Michele Vellano Preside della Facoltà di Scienze Politiche e delle Relazioni Internazionali dell'Università della Valle d'Aosta
ore 10.30 - Guido Neppi Modona Vice Presidente emerito della Corte costituzionale, docente di Diritto penale all'Università della Valle d’Aosta, docente di Diritto e Procedura penale all'Università degli Studi di Torino
ore 11.00- Suor Piera Missionaria nella regione del Darfur in Somalia,
In anteprima al Premio Internazionale "La Donna dell'Anno"
il Consiglio regionale della Valle d’Aosta organizza il convegno
“In difesa dei diritti”
ore 9.30 Introduzione - Michele Vellano Preside della Facoltà di Scienze Politiche e delle Relazioni Internazionali dell'Università della Valle d'Aosta
ore 10.30 - Guido Neppi Modona Vice Presidente emerito della Corte costituzionale, docente di Diritto penale all'Università della Valle d’Aosta, docente di Diritto e Procedura penale all'Università degli Studi di Torino
ore 11.00- Suor Piera Missionaria nella regione del Darfur in Somalia,
Finalista Premio “La donna dell’anno” nel 2005
ore 11.30 Leyla Zana eletta deputato nell'Assemblea nazionale turca, simbolo della lotta democratica e pacifica per la libertà del popolo curdo,
ore 11.30 Leyla Zana eletta deputato nell'Assemblea nazionale turca, simbolo della lotta democratica e pacifica per la libertà del popolo curdo,
Premio Sakharov 1995, Donna dell’Anno 1998
Ore 12.00 Conclusione - Alberto Cerise Presidente del Consiglio regionale della Valle d’Aosta
MILANO
Ore 12.00 Conclusione - Alberto Cerise Presidente del Consiglio regionale della Valle d’Aosta
MILANO
MARTEDI 28 OTTOBRE - ore 18.00
Presso sala del consiglio provinciale di Milano
Incontro con
LEYLA ZANA
VENEZIA
Incontro con
LEYLA ZANA
VENEZIA
GIOVEDI 30 OTTOBRE - ore 17.30
Aula Magna - Campo San Fantin, 1897
La duplice lotta per i diritti di una donna kurda al parlamento turco
La duplice lotta per i diritti di una donna kurda al parlamento turco
Incontro con Leyla Zana
Intervengono: Tiziana Agostini, Orsola Casagrande, Luana Zanella
domenica 19 ottobre 2008
La guerra invisibile
Diyarbakir
Una battaglia durissima e interminabile. Una guerra a bassa intensità, quella che da quasi 25 anni oppone i poco più di 4 mila guerriglieri comunisti del Pkk alle truppe di Ankara, un' armata seconda nella Nato come quantità e volume di fuoco solo all' esercito americano. Una guerra che, con l' ultimo massacro di alcuni giorni fa (40 morti, 17 militari e 23 ribelli, tra loro alcune donne), ha sfondato il muro delle 40 mila vittime.
«Capisco i turchi che ci prendono per semplici terroristi - parla Ikram, guerrigliera del PKK - i giornali pubblicano le foto dei funerali dei soldati. A me dispiace per queste vite. Ma anche i guerriglieri sono uccisi, hanno delle madri e spesso non vengono seppelliti. Questa è una guerra, è dolore, da entrambe le parti. E la loro parte è raccontata molto. La nostra, no. Molti dei soldati turchi sono di origine curda. Qui i fratelli uccidono i fratelli. C' è una famiglia con 5 figli: 3 sono diventati guerriglieri, gli altri 2 si sono arruolati come militari. Due ragazzi sono morti, uno era un membro del Pkk e uno un soldato dell' esercito.
La loro madre, adesso, li piange entrambi».
L'ultimo massacro dell'offensiva
dell'esercito turco contro i kurdi del PKK
Una battaglia durissima e interminabile. Una guerra a bassa intensità, quella che da quasi 25 anni oppone i poco più di 4 mila guerriglieri comunisti del Pkk alle truppe di Ankara, un' armata seconda nella Nato come quantità e volume di fuoco solo all' esercito americano. Una guerra che, con l' ultimo massacro di alcuni giorni fa (40 morti, 17 militari e 23 ribelli, tra loro alcune donne), ha sfondato il muro delle 40 mila vittime.
«Capisco i turchi che ci prendono per semplici terroristi - parla Ikram, guerrigliera del PKK - i giornali pubblicano le foto dei funerali dei soldati. A me dispiace per queste vite. Ma anche i guerriglieri sono uccisi, hanno delle madri e spesso non vengono seppelliti. Questa è una guerra, è dolore, da entrambe le parti. E la loro parte è raccontata molto. La nostra, no. Molti dei soldati turchi sono di origine curda. Qui i fratelli uccidono i fratelli. C' è una famiglia con 5 figli: 3 sono diventati guerriglieri, gli altri 2 si sono arruolati come militari. Due ragazzi sono morti, uno era un membro del Pkk e uno un soldato dell' esercito.
La loro madre, adesso, li piange entrambi».
domenica 12 ottobre 2008
La lingua di una nazione è la sua anima
L’anima dei Kurdi è la lingua kurda
e in Turchia è tuttora vietata
„La lingua di una nazione è la sua anima; la sua anima è la sua lingua“ affermava lo scienzato tedesco Humboldt. Noi Kurdi diciamo: „ La nostra lingua è la nostra identità e la nostra identità è la nostra dignità“. . Si legge nell’art. 42 della Costituzione turca: „Nelle istituzioni educative della Turchia deve essere insegnata ed appresa unicamente la lingua madre turca.“....Nell art. 3 si legge: „La Turchia è con la sua terra ed il suo popolo un’unità indivisibile è la sua lingua è il turco.“ „La lingua non si cambia e una richiesta di cambiamento è inammissibile.“. Nella legge che regola i partiti politici si chiarisce nell art. 81b nel modo seguente il divieto di un’altra lingua e cultura :“ I partiti politici non possono chiedere l’uso di un’altra lingua oltre al turco. Non possono creare minoranze che vanno a danneggiare l’unità del Paese.“ Nell’art. 81c si legge. „ I partiti politici nel redarre i loro programmi non possono usare un’altra lingua. Nelle manifestazioni pubbliche, nei congressi in sale al chiuso e in luoghi all’aperto è vietato fare uso di altre lingue oltre al turco .“ Statuti e programmi dei partiti vengono tradotti solo nelle lingue che a norma di legge non sono vietate.“ Questo sta a significare che non si può parlare alla gente, nella propria lingua, ossia in kurdo.La Turchia cerca in questo modo con tutti i mezzi di togliere ai Kurdi l’anima e mettere in atto un’assimilazione forzata di circa 20 milioni di Kurdi. Tutta la toponomastica dei luoghi in territorio kurdo è stata turchizzata e i genitori kurdi sono puniti se danno nomi kurdi ai loro figli. Questo è un brutale ed odioso separatismo contro i Kurdi. Sin dalla nascita dello Stato turco si cerca di decimare il sentimento d’appartenenza kurdo , la lingua, la storia, la cultura e tutte le peculiarità etniche. I bambini kurdi devono apprendere una lingua che li tormenta, li opprime e li imbavaglia. Nei libri di testo scolastici i Kurdi che hanno combattuto guerre di liberazione vengono chiamati elementi di disturbo (Kürt Teali Cemiyeti). Un senso di colpa affligge i bambini kurdi che danneggia la lorocrescita spirituale. Se un alunno si dichiara essere un Kurdo durante la lezione, viene insultato e subisce punizioni corporali. Ho spesso sentito che „se un Kurdo dice di essere tale lo si può sputare in faccia“. E’ una frase ripresa dal generale golpista Cemal Gürsel, che fu anche Presidente della Repubblica. Ho una rabbia dentro se penso che i governi kemalisti mi hanno con violenza privato della mia terra, della mia lingua della calde parole della mia lingua. Sono cresciuto con un idioma a me estraneo, costretto, e oggi lo sono i miei nipoti. Un bambino kurdo che non conosce il turco sin dal primo giorno di scuola deve parlare in turco e non essendone capaci vengono offesi ed umiliati. Questo causa nei bambini sentimenti d’inferiorità e forti disturbi della personalità.La Turchia ha dichiarato la nostra lingua inferiore e dunque vietata. Allora come oggigiorno l’uso della lingua kurda è un’offesa per la lingua turca , la madre di tutte le lingue. Ci si aspetta dall’Unione Europea una pressione verso la Turchia,. La lingua kurda è parlata da 20 milioni di persone ed è un patrimonio dell’umanità. Il prof. Dr. Egon von Eickstedt, etnologo ed antropologo che operò negli anni ‚50 degli scavi in Kurdistan, scrisse che si trattava di una delle più antiche lingue del pianeta che per secoli si era diffusa dal Caucaso ai monti Taurus in Asia Minore. Una lingua parlata per millenni è un patrimonio che va difeso e richiede l’aiuto della Comunità Europea. Vedo la nascita della Comunità Europea un progetto progressista per l’umanità. Se la Comunità Europea che è fatta di diverse lingue e culture non fa pressione sulla Turchia per l’uso della lingua kurda, se la Comunità Europea non ammette chei Kurdi sono privati dei diritti più elementari e che l’apprendimento del kurdo è possibile solo nell’ambito familiare, la Comunità Europea non farà altro che prestare il fianco alla Turchia. Quando Verheugen era commissario per l’allargamento della Comunità Europea ho telefonato al suo ufficio per chiedergli come avrebbero fatto i bambini kurdi in Turchia a poter apprendere la loro lingua madre in base alle linee guida della Comunità Europea. I suoi collaboratori mi hanno testualmente risposto: „ Esattamente come un giapponese che vive a Monaco insegna a suo figlio il giapponese, così devono fare i Kurdi a Dyiarbakir. I Kurdi sono un popolo, posseggono iuna lingua e una cultura comune. Si tratta del diritto collettivo di questo popolo. Come può la EU ridurre questo diritto a qualcosa che avviene solo in ambito familiare?L’articolo 6 della Costituzione europea prevede libertà, democrazia, rispetto dei diritti umani e lo si legge anche nel preambolo della carta dei diritti fondamentali della EU. Nella Carta Europea si fa espresso riferimento al rispetto delle diversità culturali, religiose e linguistiche ( paragrafo 22).L’insegnamento delle lingue minoritarie è permesso solo nei corsi privati.I Kurdi hanno cercato di mettere in piedi corsi di kurdo a Van e Batman, ma sono stati impediti con tutti i mezzi dalle autorità. Oggigiorno non c’ è un singolo corso di kurdo. Inoltre è assurdo iniziare corsi di kurdo se è vietato usare le lettere dell’alfabeto kurdo. Le lettere "x", "w" e "q" sono vietate, perchè non sono presenti nell’alfabeto turco. Inoltre, se questi corsi privati, nonostante tutti i possibili impedimenti e rappresaglie venissero messi in piedi , potrebbero avere come iscritti solo i ragazzi che hanno terminato la scuola elementare. Cioè potrebbero prendervi parte solo i ragazzi delle classi seste, settime ed ottave al fine settimana o durante la pausa estiva. I programmi scolastici prevedono solo la dimensione strettamente linguistica, priva di contenuti culturali, storici e geografici. I programmi devono essere approvati dal Ministero per l’Istruzione e i loro contenuti non devono minare i principi fondamentali della Repubblica, l’unità dello Stato e della nazione turca. ( III.b, III.c)I Kurdi si vedono costretti o a rinnegare a ad apprendere privatamente la loro lingua madre. L’insegnamento privato è obbligatoriamente a pagamento, fatto questo che è una evidente sfacciataggine e provocazione nei confronti della povera popolazione di etnia kurda. Questo potenzia la disuguaglianza sociale ancora ulteriormente. Non devono essere scavati nel campo del diritto allo studio ulteriori fossati e disuguaglianze. Inoltre si vuole ridurre il potenziale presente nella lingua madre solo all’alfabetizzazione. La funzione della madrelingua è molto più importante. La lingua madre deve essere introdotta perlomeno come seconda lingua all’inizio del percorso scolastico, dalla prima classe e assumere un’importanza rilevante nel processo d’apprendimento. E’ importante ricordare che il kurdo appartiene al ceppo linguistico indo-europeo e che con il turco, che proviene dal ceppo altei- mongolo, non vi è nessun legame.C’è da chiedersi se la EU è contenta di questa „turchizzazione“. Non si capisce se la Comunità Europea chieda alla Turchia di cambiare il sistema scolastico e di riconoscere ai Kurdi i diritti all’espressione conformi alla Costituzione Europea. Inoltre, per quali ragioni dovrebbero i Kurdi apprendere la loro lingua solo privatamente se rispettano le leggi dello Stato? Il commissario dell’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) per le minoranze linguistiche, Max van der Stoel, vede i diritti delle minoranze inscindibili dai diritti umani. Si deve, egli sostiene, dare pari protezione alle minoranze, in riferimento all’identità. Questo sta a significare che i diritti culturali della minoranza kurda devono essere completamente riconosciuti. L’accordo generale per la difesa delle minoranze linguistiche prevede negli articoli 12 e 13 che le minoranze abbiano le stesse opportunità nel campo dell’istruzione della ricerca, della formazione docente e pari accesso a tutti i gradi dell’istruzione. Per garantire parità nel campo dell’istruzione in Turchia deve valere il principio dell’istruzione gratuita per tutti. Nell’art.14 si legge che ogni individuo appartenente ad una minoranza abbia il diritto di apprendere la lingua minoritaria e avere lezioni in questa lingua. Nonostante che la Carta Europea preveda la difesa delle minoranze e delle sue lingue e nonostante le raccomandazioni dell’OCSE a difesa e salvaguardia delle minoranze, i Kurdi vengono esclusi da tutto questo. Per privare i Kurdi die loro legittimi diritti, la Turchia si è rifiutata di firmare alcuni accordi internazionali. La Carta Europea a difesa e salvaguardia delle minoranze e delle lingue minoritarie è una di queste. E’ vero che criteri di ingresso nella EU sono uguali per tutti. Nell’attuazione di questi criteri la Turchia non si è adeguata. Le trasformazioni di facciata che la EU ha individuato come dei miglioramenti, sinora non hanno portato nessun vantaggio per i Kurdi. Gli alunni kurdi devono giurare come sempre all’inizio della lezione di essere turchi. Mi aspetto che questo progetto progressista per l’umanità, qual’è la EU, abbia come riferimento la tradizione culturale e civilizzatrice greco-romana, che vada nella direzione di un riconoscimento generale dei diritti umani e in conformità alla Carta Europea pretenda dalla Turchia immediate decisioni. E le cose vanno chiamate con il loro nome, altrimenti non si va avanti. Alunni e studenti universitari kurdi hanno fatto richieste presso le scuole e le università che venga introdotta la loro lingua madre come lingua d’insegnamento. La richiesta è sostenuta anche dai genitori. Il Ministro degli interni turco ha informato gli organi competenti, dichiarando che questo si chiama separatismo e che bisogna duramente intervenire con mezzi polizieschi. Questa strada pacifica di richiesta di un elementare diritto viene vista dalle autorità turche come un atto terroristico, e pertanto studenti e genitori sono stati arrestati. Non vi è stata, purtroppo nessuna reazione della EU. Inoltre, l’EU non ha invitato in modo chiaro e definito la Turchia ad introdurre l’insegnamento in kurdo nelle scuole statali per l’etnia kurda. Se uno Stato minaccia i suoi cittadini perchè vogliono apprendere la loro lingua madre, la EU deve prendersi carico dei 20 milioni di Kurdi, altrimenti perde la sua credibilità. L’ex deputato al parlamento Europeo Jannis Sakellariou così si espresse il 16 aprile del 1985: „ Vogliamo un rapporto paritario tra la lingua ufficiale di un Paese e una lingua madre. E’ l’esempio del popolo kurdo. Centinaia e migliaia di Kurdi lavorano e vivono nella EU e devono poter coltivare da cittadini liberi la loro lingua e cultura. Parlare in lingua madre e coltivare la propria cultura è visto come un crimine in Turchia e come tale va perseguito con anni e anni di detenzione.“I Kurdi non riescono a capire il molle atteggiamento della EU. In Europa Occidentale vivono più di un milione di Kurdi che lanciano una sguardo alla Turchia e uno all’EU. Se vedono che la EU non esercita nessuna pressione verso la Turchia, si batteranno in Europa come in Turchia per i loro diritti civili e democratici. E questo potrebbe inficiare la stabilità della Turchia. A questo punto va menzionato un problema molto importante.Se l’EU non va incontro alle legittime richieste kurde di introdurre la lingua kurda nelle scuole statali per i gli alunni kurdi , se l’EU si tira indietro , allora vi è il rischio che i Kurdi da sempre orientati verso l’EU e l’Occidente, possano in una situazione disperata, fonte di grande delusione, allontanarsi dall’EU. Voglio fare una domanda agli organi competenti della EU. „ I valori, la democrazia e la civiltà in Europa, valgono anche per l’umiliato popolo kurdo? Se è così, c’è da chiedersi cosa hanno fatto sinora per i Kurdi, quando i generali turchi con le armi della NATO hanno fatto piazza pulita di migliaia di villaggi kurdi e perchè la nostra lingua non può essere esercitata? Della situazione attuale dei Kurdi sono colpevoli anche i Paesi Europei. La Germania attraverso la sua disciplina militare e la follia della razza ( Uno Stato, una Nazione, una lingua) ha prima esportato e poi installato militari in Turchia. L’Inghilterra e la Francia, senza chiedere nulla ai Kurdi ha diviso il Kurdistan tra gli Stati antidemocratici della Turchia, dell’Iran, dell’Irak e della Siria. Per questo anche l’EU è colpevole di tutto questo. I turchi hanno un proverbio: „ Conosci una lingua, sei una persona ma se ne conosci due sei due persone“. Meglio di così non si può spiegare l’importanza di una lingua. Un tappeto ha bisogni di fili, colori, disegni e fantasia per essere completo. Per me, da scrittore le parole, i concetti, le immagini, in breve la lingua, alla quale si dà grande importanza anche in Turchia, è molto importante. La Turchia vuole assimilare con la coercizione la nostra lingua e cultura. Per questa ragione molti Kurdi sono scappati all’estero.É per questi emigrati in Europa emergono dei problemi di fondamentale importanza, perchè hanno perso a causa dell’eliminazione della loro lingua madre la loro base esistenziale. Il libero esercizio della lingua kurda, l’apprendimento del kurdo nelle scuole statali, un suo riconoscimento a livello cosituzionale significherebbe la convivenza pacifica tra Kurdi e Turchi in Turchia. Per questa ragione, l’EU deve dare grande importanza all’insegnamento nella lingua madre nelle scuole statali per i Kurdi e deve pubblicamente chiederlo alla Turchia. Il mondo è bello ma le cirrcostanze sono torbide. Viviamo in un mondo nel quale gli interessi globali dell’economia forniscono regole sicure ma nel quale si nega l’apprendimento della lingua madre. „ Quando verrà la primavera con la sua gioia- noi Kurdi vogliamo vivere i giorni della libertà“ scrive il famoso poeta Cigerxwin. Facciamo appello all’EU affinchè venga riconosciuto il diritto collettivo all’apprendimentodella lingua madre e che sia possibile per noi Kurdi uan vita in Turchia come per un turco, ne più ne meno. Questo è il nostro desiderio.
HI
Su la testa! L'opposizione alle destre c'è, è viva e si sente.
Roma 11 ottobre 2008 - Ricomincia il cammino.
Mentre per le vie della capitale, sfila il corteo partito alle 14:00, sul palco cominciano gli interventi delle principali sigle che hanno organizzato la manifestazione, ponendo l'accento sulla deriva autoritaria del governo delle destre, sul dilagare del fenomeno della xenofobia e del razzismo, sulla perdita di centralità del Parlamento, sui limiti alla libertà di stampa a causa dei tagli all'editoria.
Giovanni Russo Spena, commenta il corteo: «Siamo numerosissimi, più di quanti pensassimo, questo significa che c'è un "profondo rosso", un orgoglio comunista ancora molto vivo: vogliamo creare un grande movimento di massa unito sulle lotte, sui progetti e sui conflitti sindacali e democratici. L'Italia ha bisogno di una opposizione: l'opposizione è nelle nostre mani»
Mezzo Milione di persone a dire NO
alle politiche del governo Berlusconi
Manifestazione in piazza contro il governo delle destre e Confindustria per rilanciare l'opposizione extraparlamentare. Corteo delle voci della sinistra, prevalentemente Rifondazione Comunista, ma anche Sd, Pdci e sensibilità ambientaliste, che ha sfilato, variopinto, deciso e pacifico, da piazza della Repubblica contro il carovita, i provvedimenti sull'immigrazione, la scuola e in difesa del potere contrattuale. Il corteo si è concluso simbolicamente a Bocca della Verità.
Mentre per le vie della capitale, sfila il corteo partito alle 14:00, sul palco cominciano gli interventi delle principali sigle che hanno organizzato la manifestazione, ponendo l'accento sulla deriva autoritaria del governo delle destre, sul dilagare del fenomeno della xenofobia e del razzismo, sulla perdita di centralità del Parlamento, sui limiti alla libertà di stampa a causa dei tagli all'editoria.
Il segretario del Prc, Paolo Ferrero, esprime un giudizio positivo della manifestazione: «Io penso che oggi segni la fine del ritiro. Dopo mesi di congressi e di conflitti siamo qui per costruire un'opposizione di sinistra», e sulla sinergia con IdV «Tra noi e Italia dei Valori c'è una vicinanza e una sintonia su alcune battaglie, soprattutto sulla giustizia ed è per questo che anche noi raccogliamo le firme per un referendum sulle leggi del governo in materia, .... noi siamo di sinistra, loro no».
Giovanni Russo Spena, commenta il corteo: «Siamo numerosissimi, più di quanti pensassimo, questo significa che c'è un "profondo rosso", un orgoglio comunista ancora molto vivo: vogliamo creare un grande movimento di massa unito sulle lotte, sui progetti e sui conflitti sindacali e democratici. L'Italia ha bisogno di una opposizione: l'opposizione è nelle nostre mani»
domenica 5 ottobre 2008
Governo messicano e DIRITTI: ancora troppo lantani
Messico, Oaxaca,
E´ stato ritrovato il 24 settembre scorso, nello Stato di Oaxaca, Messico, il corpo senza vita di Marcela Salli Grace Ellier, cittadina statunitense, 21 anni, attivista da tempo impegnata in quella zona in difesa dei diritti umani e in solidarietà delle donne vittime di violenze e persecuzioni politiche. Ultimamente si stava occupando dei prigionieri politici e delle donne, mogli, compagne, madri, sorelle, figlie dei detenuti e delle persone scomparse o assassinate. Salli aveva raccontato poco tempo fa di aver ricevuto minacce di morte e di essere controllata per questa sua attività che svolgeva unicamente per spirito di solidarietà senza fini economici o politici.E´ stata violentata prima di essere barbaramente torturata e poi uccisa. Il suo corpo, trovato in una zona rurale nei dintorni di San José del Pacífíco, a circa 170 chilometri dalla città di Oaxaca, era irriconoscibile e in avanzato stato di decomposizione. E´ stato identificato da una amica solo grazie ad un tatuaggio.Alcune organizzazioni femministe e sociali, tra le quali la APPO, oggi hanno realizzato un sit-in di fronte alla Procura della Giustizia dello Stato di Oaxaca chiedendo giustizia e che le indagini vengano effettuate velocemente e seriamente.In realtà queste organizzazioni hanno espresso timori per il fatto che questo omicidio potrebbe essere relazionato con la repressione sempre più evidente contro i movimenti sociali della zona, rivolta soprattutto agli osservatori internazionali. "Potrebbe trattarsi di un chiaro messaggio rivolto a tutto il popolo di Oaxaca, nonché ai compagni solidali che provengono da differenti parti del mondo".Va rilevato che in questi giorni sta circolando la notizia sia a livello nazionale che internazionale che membri della APPO sono accusati dell´omicidio del giornalista Bradley Roland Will, avvenuto il 27 ottobre 2006, nonostante tutte le evidenze dimostrino che egli fu ucciso da persone armate in borghese appartenenti a corpi di polizia. La APPO ha respinto categoricamente questa versione dei fatti, accusando il governo Federale di voler gettere discerdito sul movimento sociale, mentre d´altro canto il pubblico ministero di Oaxaca, Lizbeth Caña cadeza afferma che l´omicidio di Bradley Will è stato organizzato dalla APPO o da gruppi vicini per "internazionalizzare" il conflitto politico e sociale di Oaxaca.
Uccisa attivista statunitense
E´ stato ritrovato il 24 settembre scorso, nello Stato di Oaxaca, Messico, il corpo senza vita di Marcela Salli Grace Ellier, cittadina statunitense, 21 anni, attivista da tempo impegnata in quella zona in difesa dei diritti umani e in solidarietà delle donne vittime di violenze e persecuzioni politiche. Ultimamente si stava occupando dei prigionieri politici e delle donne, mogli, compagne, madri, sorelle, figlie dei detenuti e delle persone scomparse o assassinate. Salli aveva raccontato poco tempo fa di aver ricevuto minacce di morte e di essere controllata per questa sua attività che svolgeva unicamente per spirito di solidarietà senza fini economici o politici.E´ stata violentata prima di essere barbaramente torturata e poi uccisa. Il suo corpo, trovato in una zona rurale nei dintorni di San José del Pacífíco, a circa 170 chilometri dalla città di Oaxaca, era irriconoscibile e in avanzato stato di decomposizione. E´ stato identificato da una amica solo grazie ad un tatuaggio.Alcune organizzazioni femministe e sociali, tra le quali la APPO, oggi hanno realizzato un sit-in di fronte alla Procura della Giustizia dello Stato di Oaxaca chiedendo giustizia e che le indagini vengano effettuate velocemente e seriamente.In realtà queste organizzazioni hanno espresso timori per il fatto che questo omicidio potrebbe essere relazionato con la repressione sempre più evidente contro i movimenti sociali della zona, rivolta soprattutto agli osservatori internazionali. "Potrebbe trattarsi di un chiaro messaggio rivolto a tutto il popolo di Oaxaca, nonché ai compagni solidali che provengono da differenti parti del mondo".Va rilevato che in questi giorni sta circolando la notizia sia a livello nazionale che internazionale che membri della APPO sono accusati dell´omicidio del giornalista Bradley Roland Will, avvenuto il 27 ottobre 2006, nonostante tutte le evidenze dimostrino che egli fu ucciso da persone armate in borghese appartenenti a corpi di polizia. La APPO ha respinto categoricamente questa versione dei fatti, accusando il governo Federale di voler gettere discerdito sul movimento sociale, mentre d´altro canto il pubblico ministero di Oaxaca, Lizbeth Caña cadeza afferma che l´omicidio di Bradley Will è stato organizzato dalla APPO o da gruppi vicini per "internazionalizzare" il conflitto politico e sociale di Oaxaca.
Annalisa Melandri
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Oaxaca
Lettera di Nogaro alla
"In occasione della TRE GIORNI di Mobilitazione ANTIRAZZISTA prevista per il 04/05/06 Ottobre a Caserta promossa dal Movimento dei migranti e dei rifugiati, dal Centro Sociale ex canapificio, da Nero e Non solo, Arci, Cidis, Caritas, Azione Cattolica, Padri Sacramentini, Casa Rut, CGIL e tanti altri, il Vescovo di Caserta Mons. Raffaele Nogaro ha inviato agli organizzatori ed ai partecipanti all'iniziativa antirazzista l'allegata lettera. In questo momento complessivamente difficile per il nostro territorio per le tante emergenze che lo attanagliano il Presule casertano affronta con la Sua consueta passione il tema tragicamente attuale (che interroga tutti noi molto piu' di quanto siamo portati ad ammettere), quale quello della illegalità che mortifica l'obiettivo cristiano del bene comune e dell'amore incondizionato al prossimo. Profetici alcuni passaggi: "L'illegalità proclama il diritto della forza, escludendo la forza del diritto. Nega pertanto il valore della persona, depositaria del diritto. L'illegalità è sempre violazione d'umanità. La chiesa deve contrastare queste forme di avvilimento della società, perché nella depressione civile c'è lo smarrimento dell'uomo.". Nella serata di Sabato, la Caritas diocesana, con il Vescovo Raffaele Nogaro ha promosso una veglia interreligiosa per le vittime del mare".
Manifestazione antirazzista
"In occasione della TRE GIORNI di Mobilitazione ANTIRAZZISTA prevista per il 04/05/06 Ottobre a Caserta promossa dal Movimento dei migranti e dei rifugiati, dal Centro Sociale ex canapificio, da Nero e Non solo, Arci, Cidis, Caritas, Azione Cattolica, Padri Sacramentini, Casa Rut, CGIL e tanti altri, il Vescovo di Caserta Mons. Raffaele Nogaro ha inviato agli organizzatori ed ai partecipanti all'iniziativa antirazzista l'allegata lettera. In questo momento complessivamente difficile per il nostro territorio per le tante emergenze che lo attanagliano il Presule casertano affronta con la Sua consueta passione il tema tragicamente attuale (che interroga tutti noi molto piu' di quanto siamo portati ad ammettere), quale quello della illegalità che mortifica l'obiettivo cristiano del bene comune e dell'amore incondizionato al prossimo. Profetici alcuni passaggi: "L'illegalità proclama il diritto della forza, escludendo la forza del diritto. Nega pertanto il valore della persona, depositaria del diritto. L'illegalità è sempre violazione d'umanità. La chiesa deve contrastare queste forme di avvilimento della società, perché nella depressione civile c'è lo smarrimento dell'uomo.". Nella serata di Sabato, la Caritas diocesana, con il Vescovo Raffaele Nogaro ha promosso una veglia interreligiosa per le vittime del mare".
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