Si è concluso il World Water Forum
L'UNITA' SUL FORUM ACQUA E IL MANCATO ACCORDOIstanbul 22 marzo 2009
È la Giornata mondiale dell'acqua, un bene comune a cui ancora milioni di persone non hanno diritto. Ne hanno discusso in questi giorni al World Water Forum, a Istanbul, 30 mila congressisti, insieme a una ventina di capi di Stato e circa 180 ministri dell'ambiente di tutto il mondo. A loro è affidato il difficile compito di trovare un'intesa tra le multinazionali, che hanno tutto l'interesse a considerare l'acqua una merce come le altre, e chi invece è convinto che sia un diritto umano inalienabile. Che è drammaticamente a rischio. Secondo le Nazioni Unite, la pressione demografica rischia di essere la causa della probabile e imminente crisi delle risorse idriche che colpirà il nostro pianeta. Secondo i dati dell'Onu, più di un miliardo e 200 milioni di persone non hanno accesso sufficiente alle fonti di acqua pulita e quasi altri due miliardi di esseri umani vivono senza servizi igienici. E la situazione è solo destinata a peggiorare se non si prenderanno provvedimenti rapidi, se è vero che, come stima l'Ocse, entro il 2030 saranno 3,9 miliardi le persone che vivranno in grave carenza di acqua e per la metà del secolo, quando si passerà dagli attuali sei miliardi e mezzo di abitanti a nove, questo problema riguarderà quasi la metà della popolazione mondiale, per lo più in Cina e nel sud dell'Asia.Ad aggravare la situazione, c'è anche il riscaldamento globale, che altera la natura delle sorgenti e accelera il processo di desertificazione.Nel documento finale del Forum di Istanbul, purtroppo, si legge che l'accesso all'acqua è un bisogno fondamentale umano e non un diritto. Il testo del documento enumera un certo numero di impegni per meglio gestire la richiesta di acqua e per favorire l'accesso ai servizi igienico-sanitari di cui 2,5 miliardi di persone sono ancora del tutto prive, o ancora lottare contro l'inquinamento dei corsi d'acqua, come delle falde del sottosuolo.
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